Il Salento è stato a lungo conosciuto principalmente per il suo mare e il suo barocco, elementi di indubbio valore, che hanno portato negli anni moltissimi viaggiatori non solo a sceglierlo come destinazione, ma anche come meta di ritorno;
il Salento è diventato una confort zone, una seconda casa, quella dei sogni, per tantissime persone amanti del vivere lento, del mare come stile di vita ma anche per gli amanti dell’arte, che cercano ovunque stimoli estetici.
Proprio i viaggiatori hanno consentito, ad altri turisti, di ampliare l’ottica e apprezzare di più alcuni luoghi speciali, fino a qualche anno fa per lo più sconosciuti ai non autoctoni, che oggi sono diventati elementi iconici del territorio.
E così, insieme al celeberrimo Rosone di Santa Croce, oggi una delle tappe imperdibili per molti turisti troviamo la bellissima Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina così come, accanto alla Grotta della Poesia, che per via dell’alta affluenza turistica sta diventando sempre più fragile, sono sempre più richieste le attività di esplorazione lenta e rispettosa delle grotte di Santa Maria di Leuca e della costa meridionale con il Kayak.
Scopriamo alcuni hotspot importantissimi nella storia locale e diventati iconici negli ultimi anni, soffermandoci su quattro di essi, con un potere spirituale molto forte oltre che incredibilmente belli da vedere e da fotografare.
Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, Galatina
Una delle chiese più particolari del Sud Italia, la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria di Galatina fu edificata a fine del 1300 in uno stile che è stato codificato come “romanico pugliese”, cioè uno stile di base romanico ma con influssi bizantini e una evidente componente gotica.
Quello che lascia tutti estasiati sono senza dubbio i cicli di affreschi all’interno, ancora ben conservati, dalle cromie forti, che rendono la Basilica seconda solo alla Basilica di San Francesco di Assisi per la vastità di cicli pittorici presenti.
Venire in Salento e non visitare questa Basilica, vuol dire dover riprogrammare un nuovo viaggio nel Salento solo per riempire questo gap.
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Frantoi ipogei di Presicce
Il Salento è territorio di ipogei, cioè di cave sotterranee in cui un tempo si svolgeva parte della vita produttiva ma anche sociale degli abitanti del territorio.
Abbiamo parlato di diversi tipi di interessanti ipogei sparsi per il Salento, ma un’attenzione speciale va data ai frantoi ipogei di Presicce.
Ribattezzata “città degli Ipogei”, dalla sua piazza centrale è possibile accedere ai suoi enormi frantoi, vere e proprie città sotterranea in cui un tempo si svolgeva l’intera vita di famiglie e lavoratori.
Una vita buia, laboriosa, dura, c’è da dirlo; qui si lavorava a rotazione continua, perché il mercato dell’olio era molto importante per l’economia locale.
Castello Volante di Corigliano d’Otranto
Uno dei castelli fortificati più belli d’Italia, ciò che rende ancora più iconico il Castello De Monti a Corigliano d’Otranto è il suo essere unico in Italia per il numero di attività di aggregazione, arte, spettacolo, filosofia e dibattito che si tengono periodicamente al suo interno.
Corigliano è uno degli avamposti del sub territorio denominato Grecìa Salentina, dove si parlava e ancora si parla, grazie agli anziani e ad attività di recupero culturale, una lingua antichissima, il griko, di forte influenza ellenica.
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Faro di Punta Palascia, Otranto
Altri luoghi iconici del Salento, i suoi due fari più importanti.
Il faro di Otranto, anche detto Faro di Punta Palascia è il punto più orientale d’Italia; qui, soprattutto nella bella stagione, molte persone vengono ad ammirare l’alba, il momento sacro della prima alba in Italia.
Oltre allo spettacolo mistico del sole che sorge da dietro al mare, ciò che rende lo scenario ancor più degno di essere esperito è il percorso che porta al faro.
L’auto va abbandonata a qualche centinaia di metri, e la “discesa” va fatta a piedi tra odore di piante eduli e spontanee.
Tra le persone che vanno a vedere l’alba, si stabilisce un tacito accordo di silenzio, tutti mantengono una voce bassa come se fosse un codice condiviso, proprio come in un tempio.
Basilica Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae
Un altro importantissimo faro, legato ad un luogo nato su un terreno sacro da Millenni, è Faro di FInibus Terrae, il faro della fine della terra, a Santa Maria di Leuca.
Questo è anche il secondo faro più alto d’Europa e svetta visivamente sullo scenario del Santuario di Santa Maria de FInibus Terrae, sul promontorio in cui in tempi antichissimi era posto un tempio dedicato alls dea Minerva.
Oggi si tende a chiamare il Santuario anche “Madonna delle frontiere”, dal momento che dall’estremo lembo d’Italia, Maria spalanca le braccia verso Oriente.
Indipendentemente dal credo di ognuno e dall’amare o meno l’architettura sacra, questo è senza dubbio in luogo con un’energia sacra che affonda le sue radici nella notte dei tempi.