Punti particolari che molti definirebbero “luoghi instagrammabili di Puglia”, ma che noi preferiamo chiamare Luoghi di Puglia da vedere e da conoscere, per la loro bellezza poetica ma anche per la loro storia e legame con il territorio.
La Puglia, soprattutto negli ultimi anni, è diventata una destinazione iconica, perché ricca di luoghi dal sapore tanto esotico quanto, ormai, riconoscibile.
Dagli scenari del porto di Otranto, visto dai suoi muraglioni al castello sul mare di Gallipoli, dalle stradine barocche di Lecce ai fari di Otranto e Santa Maria di Leuca.
Noi qui, sul blog-magazine di Salento Dolce Vita, cerchiamo sempre di invogliare tutti voi amici visitatori e graditi ospiti, ad andare anche oltre i sentieri tracciati e restare sorpresi e ammirati dalla bellezza meno nota, ancora poco narrata, agli angoli più nascosti ma pieni di fascino che la nostra terra di Puglia vi offre.
Oggi suggeriamo alcuni “hotspot”, punti specifici, luoghi molto circostanziati in alcuni paesi e città della Puglia, nei quali spesso i viaggiatori vengono accompagnati solo da amici del posto.
Cave di Bauxite di Otranto
La bella Otranto è di certo nota per il suo meraviglioso paesaggio cittadino e marino, ma poco fuori dal centro città c’è un luogo quasi… marziano, perché proprio su un altro pianeta sembra di essere.
La cava è un giacimento del minerale bauxite, non più operativo dal 1976, dove si è formato un lago dal colore verde smeraldo di un’intensità surreale, come il resto del panorama che si apre agli occhi del visitatore.
Le acque che, tramite infiltrazioni nel terreno, hanno riempito questa cava, hanno creato negli anni un nuovo ecosistema lacustre e un alternarsi di colori fortissimi che dal rosso virano violentemente al verde.
Puoi raggiungere quest’area in auto, andando da Otranto a Santa Cesarea. L’auto non può arrivare (per fortuna) fino alle cave. È necessario lasciare la macchina alla fine di una stradina sterrata e procedere a piedi.
Ne abbiamo parlato anche nei nostri consigli sugli itinerari salentini per chi ama il trekking e le attività outdoor.
“Porta Blu” di Ostuni
La porta blu di Ostuni è una semplice porta, che attira turisti, influencer, content creator, fotografi. Perché mai?
Il suo essere colorata con varie sfumature di verde e azzurro come omaggio al mare adriatico su cui la città di affaccia, fa da richiamo al cielo di un azzurro intenso tipico della Puglia e da contrasto con il bianco del muro a calce, anch’esso tipico della Città Bianca”.
La porta conduce in una casa privata, ma una volta arrivati qui, in una parte alta della cittadina, è il panorama sulla spianata di ulivi e macchia mediterranea ciò che ancora di più cattura l’attenzione.
Sicuramente, una tappa breve ma imperdibile durante un tour a Ostuni o nei dintorni di Brindisi.
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Torri di avvistamento nel Salento
Non si dà mai abbastanza spazio, nella narrativa territoriale, alle misteriose, bellissime e maestose torri di avvistamento del Salento.
Il territorio, lungo i suoi oltre 150 km di costa, è ricco di queste torri, alcune conservate benissimo, altre diroccate e quindi piene di fascino e mistero gotico.
Le circa 100 torri di avvistamento del Salento risalgono a tempi antichissimi, alcune addirittura al periodo romano, per quanto la maggior parte fu edificata, nel Salento come nel Sud Italia, tra il 1558 ed il 1567, periodo delle frequenti incursioni ottomane.
Casamassima, la città Blu
Sembra di essere nella celebre Chefchaouen, città marocchina nota per le sue tinte azzurre, invece siamo in provincia di Bari, a Casamassima, il cui centro storico ha una serie di scorci e vicoli colorati in calce tinta di azzurro, che fa apparire questo posto incredibilmente esotico.
Ma perché il borgo antico di Casamassima è azzurro per buona parte?
Le teorie sono al momento due, e probabilmente hanno entrambe una radice forte di verità: La tradizione più recente vuole che le tinte azzurre siano un omaggio al velo che l’iconoclastica cattolica fa indossare alla Madonna, in particolare alla Madonna di Costantinopoli, protettrice della città e ritenuta colei che ha salvato la città dalla peste.
Un altra serie di studi invece parla del colore azzurro come scelta della comunità ebraica che qui si stabilì tra fine ‘500 e inizio ‘600; come nel caso della città di Chefchaouen in Marocco e di Safed in Israele, divennero luogo di protezione e riparo per le diaspore ebraiche dal centro Europa.