La bellezza dello stile “crudo” post industriale, declinato in modi diversi in ogni parte del mondo.
In ogni parte del mondo industrializzato e in ogni paese che abbia vissuto lo sviluppo degli anni ’60 e ’70, vi è – oggi – una particolare attenzione dello stile “raw”, crudo.
Nasce da un mix di esigenze costruttive e intuizioni dei designer e architetti, che nel ristrutturare vecchie fabbriche abbandonate per creare nuovi spazi che rispondano ad esigenze odierne (uffici, co-working, hotel, addirittura abitazioni), hanno deciso di lasciare alcuni dettagli ruvidi, non intonacati e non ingentiliti da stucchi e decorazioni.
Oggi vediamo alcuni esempi interessanti, dall’estremo oriente al profondo sud della Puglia, che hanno fatto dello stile crudo post industriale un’arma di bellezza e seduzione architettonica.
Partiamo da lontano con il “WaterHouse at South Bund” di Shanghai.
Il raw si vede prettamente nelle aree comuni di questo hotel di charme, in cui il cemento armato a vista e il pavimento in mattoncini sui quali ha camminato la storia di questa ex manifattura è ingentilito da supporti strutturali total back, lampade moderne e arredi in stile industriale.
Le camere, c’è da dire, hanno ben poco di raw posandosi più su un più rassicurante stile moderno e lineare.
Molto più spavaldo è il Wythe Hotel, creato da una fabbrica sul Williamsburg waterfront a New York.
Dell’antica fabbrica restano travi e mattoncini rossi e bellissimi portali vetrati in alluminio e acciaio. Le aree comuni, con divani di design anni ’70, celebrano la condivisione degli spazi vitali degli operai di inizio ‘900.
Veniamo a Milano, nel cuore produttivo dell’Italia dell’industria e dell’innovazione.
Una storica segheria milanese ha avuto la fortuna di appartenere ai nonni della art director e curatrice di mostre Tanja Solci, che ha creato, in partnership con Carlo Cracco, il gastro-bistrot Carlo e Camilla in Segheria.
Un ambiente crudo in cui si svolge il match teatrale tra cucina, antiche porcellane bianche e tavoli ruvidi, circondati da pareti di cemento non stuccato e sovrastati da lampadari di cristallo.
Ma che cosa succede quando lo stile raw non si trova nel tessuto urbano o nelle ex periferie industriali? Quale la magia e lo straniamento di trovare uno stile crudo… immerso in una natura nota per essere tra le più belle d’Italia e d’Europa? Vediamolo subito.
Incredibilmente peculiare e diremmo speciale è lo stile raw di Villa Caroma, accommodation nel cuore più verde del Salento.
Una villa il cui concept architetturale e di interior nasce e si sviluppa intorno allo stile “crudo”, come se fosse una valorizzazione e rielaborazione in stile abitativo di una vecchia fabbrica, ma che si evolve poi grazie all’inserimento di dettagli shabby e industrial in senso stretto, e dettagli moderni e più classici, quasi “nordici”.
Pensate non sia possibile vedere un capolavoro di comfort con tutti questi dettagli?
Preparatevi a ricredervi.
In questa spaziosa villa di charme con piscina e vista mare dal solarium, disegnata da un noto artista italiano, il corpo principale e la dependance danno spazio a 5 camere da letto, 4 bagni e una grande cucina.
Gli spazi comuni rimandano ai migliori concept di community, ricordan negli spazi di co-working recuperati nelle ex zone industriali di Berlino, mentre le aree più intime hanno i dettagli shabby chic che accrescono l’dea che per star bene (in coppia o con se stessi) serve poco.
Se poi a questo “poco” si aggiungono una piscina che pare, in prospettiva, conduca direttamente all’ingresso, gli ulivi secolari del Parco di Torre Guaceto (nel quale si sviluppa la villa) e a poche pedalate dal bellissimo mare del Salento, impariamo come il lusso e il comfort possono essere dei concetti “crudi” e semplici, come la bellezza.