Tesori subacquei, piante curative e rarissime, parchi protetti e animali… immortali. Il tutto in un itinerario di costa che va dallo ionio al versante adriatico.
C’è chi viene ogni anno in viaggio nel Salento e chi in questa terra ci vive da sempre ma ancora non ha avuto occasione di conoscere alcune preziose rarità da scoprire tra le bellissime spiagge e aree verdi del territorio.
Scopriamone qualcuna in questo itinerario.
Partiamo dal versante ionico, che i salentini amano scegliere soprattutto quanto tira vento di tramontana.
Saline, fenicotteri, timo e ginepri.
Sentito mai parlare delle Dune di Campomarino di Maruggio? Si tratta di cinque chilometri ricchi di rarità botaniche come il timo arbustivo e i ginepri marini. Qui non ci sono stabilimenti, pochi gli ombrelloni e le aree attrezzate. Qui tutto resta prettamente selvaggio e protetto.
Proseguendo verso sud, per San Pietro in Bevagna, si scoprono importanti riserve naturali: il fiume Chidro, che nasce da un profondo cratere subacqueo, la vecchia Salina dei Monaci, dalle acque fredde e separata da alte dune da Torre Colimena, 25 ettari regno dei fenicotteri rosa, delle dune sabbiose e del mare trasparente.
Reperti subacquei e animali immortali
Dopo alcuni chilometri, seguendo la costa verso la punta della penisola, all’altezza della celebre Porto Cesareo, pochi sanno che sorge un’area marina protetta.
Seguendo i così detti sentieri blu si può andare alla scoperta delle formazioni di coralligeno, di praterie di posidonia e delle tante grotte sui quali fondali non è difficile imbattersi in reperti archeologici, come le colonne romane a pochi metri dalla costa.
Oltre a crostacei e testuggini, la fauna che attira in questa costa è la Turritopsis nutricula, la medusa immortale, l’unico organismo in grado di invertire il proprio ciclo biologico e non morire mai.
In superficie, dopo il susseguirsi di lidi attrezzati e chic, si ritrova la pace della natura a Torre Squillace e la magnifica baia di Sant’Isidoro, con centinaia di rarità botaniche che svettano tra le spundurate, le depressioni nel terreno inondate di acque salmastre, e dagli spettacolari affacci sul mare del Parco Regionale Naturale di Portoselvaggio.
Attraversato il grande bosco di pini d’Aleppo, si raggiunge la minuscola spiaggetta di ciottoli per tuffarsi nella baia verde-blu. Lì accanto, piccole insenature ricche di anfratti ed ex cave messapiche, dove fare un bagno nelle numerose sorgenti di acqua dolce.
Gallipoli, e la sua lunga baia, sono a due passi. Dopo il susseguirsi di stabilimenti della Baia Verde, si arriva a quello che dal 2005 è stato chiamato il Parco Regionale Isola di Sant’Andrea – Punta Pizzo.
Un po’ Maldive, un po’ California.
La costa prosegue in un susseguirsi di spiagge e lidi che ha il suo culmine nella zona di Torre San Giovanni, con spiagge libere di tipo californiano e zone scogliose, prima di arrivare a Pescoluse, una delle spiagge libere più belle del Salento con dune coperte di gigli selvatici e sabbia finissima e un mare da molti paragonato alle Maldive.
Arrivati a San Gregorio, in località Felloniche, la costa rocciosa comincia a farsi spazio.
Per chi ama le immersioni e i tuffi mozzafiato, da non perdere il Ciolo, un’insenatura spettacolare a quattro chilometri da Leuca.
Da qui fino a Otranto la costa è infatti alta e disegnata da baie, grotte, fiordi, anfratti, mentre gli accessi via terra sono rari e difficili.
Si attraversano marine come Tricase Porto, Castro, Porto Miggiano, una falesia dorata con un mare color smeraldo, e Santa Cesarea, rinomata stazione termale dal 1899 con numerose sorgenti di acqua sulfurea.
A nord di Otranto, la Baia dei Turchi vale almeno un bagno, anche se sono lontani i tempi in cui questa piccola insenatura era sconosciuta dal turismo di massa. Stesso discorso per il litorale degli Alimini: sormontato da pini maestosi e macchia mediterranea, battuto dal vento e molto apprezzato dai surfisti.
Poi, ritornano le spiagge libere dove praticare il kitesurf, puntellate da tratti di scogliera bassa su cui spiccano capanni spartani per un aperitivo a base di ricci e cozze.
Sfilano davanti agli occhi le marine di Melendugno, da Torre Sant’Andrea a Torre dell’Orso e San Foca, fino all’Oasi Naturale delle Cesine. Si può visitare percorrendo due sentieri: quello più selvaggio che conduce alle alte torri di avvistamento per l’osservazione degli uccelli nella palude Pantano Grande, e quello didattico, attrezzato anche per le persone con disabilità motorie.
Per respirare ancora natura e silenzio, si deve arrivare un po’ più a nord, nel brindisino, nell’area naturale protetta di Torre Guaceto e nella zona di Ostuni con gli 8 km di costa che da Torre Canne e Torre San Leonardo racchiudono il bellissimo Parco Regionale delle Dune Costiere.
Cerca la tua casa ideale per il tuo tuo prossimo soggiorno nella magia del Salento.